set stage Capogrossi & sunglasses del 23 maggio 2013 h 16:28: ogni allievo indossa il proprio prototipo.
foto Cecilia Polidori
LABORATORY DESIGN methods by use of creative platforms -
Interactive Systems for the Creation and Evolution of Web Platform Projects,
Prototyping, Communication Strategy, Crowdsourcing Design, Processing Platforms,
an experimental project on interoperability of research and teaching of Data-Design
conducted through innovative scenarios and forms of organization of the processes
of interactive and collective learning.
PROJECTS, EXPERIMENTS AND PROTOTYPES WITH DIFFERENT MATERIALS.
deepsdesignbycp@gmail.com
piattaforma 1
DESIGN 2013/14 n 1 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-1.blogspot.it/

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DESIGN 2013/14 n 2 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-2.blogspot.it/

3
DESIGN 2013/14 n 3 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-3.blogspot.it/

English version

lunedì 25 novembre 2013

Mary Quant - 9 Autori - versione finale 5 post

valutazione positiva, molto interessante la parte descrittiva, scarse le immagini di riferimento: solo vetrine, anche scarsamente rappresentative. 9 autori (!) ossia circa 1/2 post ciascuno, totale complessivi 5 post accreditabili ad ognuno; va in Bibliografia. cp 

Mary Quant - 9 Autori *

Mary Quant 
Mary Quant
“Forse un giorno tutti gli stilisti comprenderanno che il mistero è un'importante regola guida per la moda. Ma nei primi anni sessanta i tempi stavano cambiando. Non si può attribuire interamente la colpa al Vietnam o al Concilio Vaticano II, ma il cambiamento era nell'aria e una stilista inglese, giovane e coraggiosa, irruppe sulla scena. Era Mary Quant, la ragazzina che non voleva crescere e che, soprattutto, non voleva indossare vestiti da adulta.
Arriva la minigonna, arrivano le calze colorate, arrivano gli stivali alti. Prende piede la premessa che chi è giovane non deve mai, a nessun costo, sembrare vecchio. Quando a Mary Quant fu chiesto di spiegare il significato della moda e i suoi scopi, lei rispose con decisione: «Sesso»”. (da: Mary Higgins Clarkhttp://it.wikiquote.org/wiki/Mary_Quant)
Siamo all’inizio degli anni 60, agli albori della rivoluzione sessuale, nel pieno dei controversi rivolgimenti socio politici, quando i giovani decidono di reagire al conformismo dilagante e agli stantii valori borghesi mostrando il corpo” . (da: Cecilia Musmeci, Body Evolution,http://www.vogue.it/encyclo/moda/b/body-evolution)
Bazaar
Questa ribellione, si manifesta molto forte nella Swinging London, dove “le boutique diventarono il luogo privilegiato di incontro e aggregazione dei giovani” Tra le pietre miliari di quest’epoca abbiamo: “Mary Quant, che apre il suo Bazaar nel 1958. Lo shopping […] si trasformò in un fondamentale strumento di riconoscimento identitario. […] La frequentazione di specifici luoghi di vendita, divenne un tramite per formalizzare l’appartenenza a piccole ed esclusive nicchie sociali. Tuttavia è con l’apertura della seconda boutique che Mary Quant riuscì a conquistare definitivamente il mercato ed a far parlare di sé nelle riviste di moda di tutto il mondo. Il nuovo Bazaar venne aperto nel 1961 in King’s Road e sancì il definitivo successo di questa nuova forma di negozio.” 
(da :Alfonso MoroneGli anni 60: Biba, Mary Quant e la Swinging London http://www.federica.unina.it/architettura/laboratorio di-sintesi-finale-disegno-industriale/biba-mary-quant-swinging-london/)
Come simbolo del proprio Bazaar M.Q. utilizzerà una margherita. Il suo stile molto semplice e colorato contrastava nettamente con quello allora in voga e che si adattava perfettamente al nuovo stile optical che si stava affermando.
(da: Edward SteichenAltheo storie di moda, http://altheomagazine.blogspot.it/2012/01/altheo-storie-di-moda-mary-quant.html)
All’interno di questi nuovi negozi “gli stilisti più visionari del momento, inventano il "mini". […]Con abiti e gonne il cui orlo sfiora appena la proibitissima metà coscia, e con body super aderenti esaltano la silhouette e fanno nascere una nuova concezione delle forme femminili, una nuova consapevolezza fisica, appunto, una seducente "body consciousness", massimamente sintetizzata nel "monokini", il costume da bagno fatto di soli slip ideato nel 1964 dall'austro-americano Rudi Gernreich.” con cui la stessa M.Q. ha più volte lavorato.  (da: Cecilia Musmeci, op.cit.) 
Mary Quant e Rudi Gernreich
L’ispirazione le viene dalla strada, dalla Pop Art, dai primi trionfi dell’era spaziale. Le creazioni sono tutte più colorate, più eccessive, più eccitanti delle precedenti. “I bravi stilisti sanno che per essere influenti devono seguire ciò che accade nelle strade e fiutare l’aria – dice la Quant -. Io ho cominciato proprio quando nell’aria qualcosa stava per accadere. Ho creato abiti che si adattassero perfettamente al momento, fatto di dischi pop, caffè e jazz”. (da:http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:s9W_z_EqqvQJ:docenti.lett.unisi.it/files/12/12/5/2/minigonna_word.doc+&cd=11&hl=it&ct=clnk&gl=it).
Per il nome Quant si ispirò alla nota automobile inglese: la Mini. Tanto che nel 1988 la casa automobilistica Austin decise di dedicare una Mini a M.Q. La nuova Mini venne chiamata Quant e lei ne progettò gli interni e con motivi a margherita sul volante e il distintivo sul cofano anteriore. (foto da: Astilla 999, 1988 Mini 'Designer' Mary Quant, http://www.flickr.com/photos/astilla999/3353881408/in/photostream/lightbox/)
Interni mini 1988 Mary Quant
(da http://www.austinmemories.com/page8/page36/page36.html)

"La mini fu subito considerata indecente e molti erano sdegnati: per esempio, Coco Chanel citando Christian Dior disse che il ginocchio era la parte meno attraente della donna, che pertanto sarebbe stato meglio tenere nascosta" (a cura di Cristina Mora, Stefania Tozzi, Patrizia Vayola, Gabriele Zaio, L'abbigliamento e la moda negli anni del boom economico, http://www.bibliolab.it/boom_ciosf/abbigliamento.htm) e Cecil Beaton, fotografo e costumista britannico, disse: “Mai nella storia della moda un indumento così piccolo è stato portato così in alto per svelare così malamente ciò che dovrebbe restare coperto”. 
"Nonostante le critiche, negli anni '60 le sottane delle donne diventarono man mano sempre più corte, fino ad arrivare in certi casi a coprire a malapena gli slip." (Linda R. Felletti, Le idee che hanno cambiato la moda #5 La minigonna, http://laragazzaconlasciarpablu.wordpress.com/2013/04/15/le-idee-che-hanno-cambiato-la-moda-5-la-minigonna/)


M.Q. non realizza solamente la rivoluzionaria mini, di cui si contende il brevetto con Courreges, ma introduce nell’industria della moda anche miniabititailleurs pantaloni, hot-pants, tigths in PVC lucido, impermeabili dalle vivaci fantasie e dei particolari stivali dotati di zip, che ne permettevano la trasformazione in semplici scarpe. Inoltre utilizza maglioni stretti in vita con righe fortemente marcate e dai colori sgargianti.
(da: Lorna, Mary Quant, http://lornalooksback.blogspot.it/p/mary-quant.html;
Ilaria Valentinuzzi, Hot Pants, http://nonsidicepiacere.blogspot.it/2012/04/hot-pants.html ;

Valentina Fiore, Mary Quant, Mod style and Beatles..., http://fioccorossofuoco.blogspot.it/2012/04/mary-quant-mod-style-and-beatles.html).
"Altrettanto importante è stato il modo con cui M. Q. ha rivoluzionato il modo di concepire lo spazio di vendita ed in particolare le vetrine. Esse dovevano dare forma a un nuovo stile di vita rappresentato dagli abiti ed accessori e quindi dovevano essere sorprendenti e colorate in modo da attirare l’attenzione del passante. L’allestimento divenne così un elemento fondamentale. Allo stesso tempo la vetrina doveva indurre i passanti a varcare la porta d’ingresso, invogliandoli a scoprire il negozio vero e proprio. Diventano di conseguenza importanti anche i manichini, che rappresentano un ulteriore elemento di fascinazione. Quant si rese conto che quelli usati nei negozi tradizionali erano troppo lontani dalle caratteristiche fisiche reali ed attuali degli individui. Diventarono allora protagonisti dei suoi spazi espositivi manichini più simili nell’aspetto alle persone comuni, dagli zigomi alti, visi angolari e tagli di capelli più vicini alla moda del momento." (Da: Alfonso Morone, op.cit.)



"[...] Italia, la mini inizia a diffondersi nel 1966, ma rimane per diverso tempo un indumento mal visto, indossato nei locali, e si registrarono anche casi di ragazze che vengono denunciate, quando la gonna indossata in pubblico era considerata troppo corta.  Oltre [...] ai tentativi di regolamentazione per scuole e luoghi pubblici, alla mini si ebbero anche forme di reazione violenta, con aggressioni nei confronti delle ragazze che la indossavano. Ci fu anche chi denunciò la minigonna come un passo indietro nella lotta per la parità dei diritti delle donne, essendo un qualcosa che le avrebbe rese solo un oggetto di attrazione sessuale. Fortemente critica nei confronti del nuovo capo di abbigliamento fu la Santa Sede, in quanto era ritenuto un abito "degradante" nei confronti della donna. Le autorità vaticane, [...] vietarono di fatto alle donne con la gonna al di sopra del ginocchio l'accesso a diversi edifici della città. Anche nel resto del mondo la mini non venne accolta bene: in Cina nel pieno fermento della Rivoluzione Culturale la mini venne fortemente criticata e vista come "la depravazione dell'occidente capitalista",  mentre iAustralia le gonne rimasero sotto al ginocchio per buona parte degli anni sessanta. Anche in diverse nazioni dell'Africa la minigonna venne vista come un simbolo della decadenza del mondo occidentale che avrebbe corrotto i costumi locali".
(da: Origine e prima diffusione, http://it.wikipedia.org/wiki/Minigonna )


Taglio di capelli alla Quant

Pochi nella storia della moda sono riusciti nell’intento di lasciare il segno come fece Mary Quant. Realizzò la mini, un capo che rivoluzionò il mondo femminile  e il modo di pensare del mondo in relazione alla figura femminile. Ancora oggi dopo essere passati più di 50 anni la mini continua ad essere uno capi più indossati dalle donne in segno di indipendenza ed emancipazione. M.Q. oggi è a capo di una grande casa produttrice di moda e cosmetici che esporta soprattutto in estremo oriente e in Giappone. Così come iBeatles avevano condizionato fortemente il modo di vestire e di portare i capelli dagli anni 60 in poi così anche M.Q. trasformerà il look delle ragazze degli anni 60. Il taglio di capelli alla Quant fortemente spigoloso e a caschetto diventerà una icona di questo periodo.

(Vintage FashionFabulous Mary Quant Fashion Show in London, 1967)

(Fashion Tv, Mary Quant: Focus on Designers | FashionTV ESPANA, 2013) 

Andrea Menguzzato   
Teresa Rita Bertino
Francesca Maria Derenzo  
Mariagiovanna Foti
Annalisa Gitto   
Davide Brian Isaja    
Davide Luciano
Roberta Ricci

Domenico Rocco Rondinelli

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